L' altopiano di Monte Pallano
Una premessa doverosa è che il termine Altopiano riferito alla parte sommitale di Monte Pallano è piuttosto fuorviante, è difficile infatti trovare una parte pianeggiante in questa zona ! Basti pensare agli oltre 100 mt di dislivello fra la parte più alta e quella più bassa. Complessivamento però il contorno dell'altopiano appare nettamente delimitato, sia per l' improvviso cambio di pendenza dei pendii circostanti, sia per la ridotta copertura arborea rispetto alle boscose zone che la circondano. Vista da un immagine aerea ha una curiosa forma a "suola di scarpa", con il tacco rappresentato dalla vetta di Pallano (1020 mt) e la punta corrispondente a "La Torretta" (925 mt), l' anticima posta due chilometri più a Sud. Entrambe le cime degradano verso il centro in due canaloni gemelli separati da una una collinetta e che raggolgono le acque di tutto l'altopiano dando luogo a sorgenti, denominate Fonte Benedetti e Fonte Canaloni. Tutto il complesso dell' altopiano infatti, ha una inclinazione del suolo rivolta a Ovest, in direzione dei canaloni citati.
Riguardo la scarsa presenza di alberi è da attribuire, probabilmente, al disboscamento operato dall'uomo nel passato; l' altopiano di Monte Pallano, infatti, è stata una zona intensamente vissuta, abitata per centinaia di anni e soprattutto sfruttata per millenni per i campi coltivabili e per i suoi pascoli. Ovunque è possibile osservare tracce di queste attività passate, con numerosi terrazzamenti, mucchie di pietre derivanti dal faticoso spietramento dei campi, e altri cumuli, residui di crolli dei tantissimi tholos che costellavano l' altopiano soprattutto nella parte più in alto, costruite da pastori o contadini. Attualmente non sono più presenti campi coltivati e anche la pastorizia è quasi del tutto scomparsa, ma la vegetazione arborea stenta a ricolonizzare le terre abbandonate, nonostante il tentativo fatto di rimboschire la zona con le più disparate specie vegetali fra conifere e latifoglie. L' altopiano difatti e letteramente disseminato di centinaia, se non miliaia di mucchietti di pietre derivanti dalle buche realizzate qualche decina di anni addietro, per la messa a dimora delle piante. Ma vari fattori, quali la scarsità di substrato di terreno, la natura calcarea che lascia subito filtrare l'acqua nel sottosuolo, la pendenza, e le condizioni climatiche con i forti venti che spazzano l'altopiano, hanno fatto si che tante piante sono subito seccate e molte altre crescano tuttora in modo stentato. Diverse piante però hanno attecchito, soprattutto nelle zone più pianeggianti e lungo i piccoli fossati, formando sparuti boschetti ma che possono fungere da nuclei per una lenta riformazione della selva preesistente. Il cambiamento appare già evidente comparando vecchie immagine aeree con quelle più attuali, dove l' altopiano risulta meno spoglio; la differenza è molto più evidente sui pendii circostanti dove molto zone un tempo coltivate sono ormai ricoperti dalla vegetazione ricresciuta naturalmente oppure rimboschite, come nel caso delle conifere presenti nel settore Nord-Occidentale, nella zona sottostante la vetta di Monte Pallano.
Il margine dell' Altopiano è costituita da rocce affioranti ed esposizione assolata, ambiente particolarmente idoneo alla crescita della Valeriana rossa (Centranthus ruber), certamente la specie con la fioritura più appariscente di questo ambiente.
Distesa rimboschita di Ornielli (Fraxinus ornus) sull' Altopiano di Pallano, caratterizzati da un accrescimento limitato a pochi centimetri l' anno
Spighe pendule del Forasacco dei tetti (Anisantha tectorum), questa poacea cresce copiosa nei pressi dell' anticima di monte Pallano, denominata Torretta
Centranthus ruber - Valeriana rossa - Caprifoliaceae
Erodium cicutarium - Becco di grù comune