Lecceta di Isca d'Archi
A Nord-Ovest di Monte Pallano, affacciata sulla sponda destra del Fiume Sangro, si distende l'incantevole Lecceta di Isca d' Archi, una fra le meglio conservate fra leccete interne abruzzesi, assieme a quella di Casoli. Si presenta come un bosco molto fitto, di difficile praticabilità se non vi fossero dei sentieri che la percorrono; in alcune zone dove in passato il bosco è stato soggettto a ceduazione o nelle parti più scoscese, è presente la macchia con tipiche specie arbustive mediterranee.
L' essenza arborea dominante è ovviamente il Leccio (Quercus ilex), a cui si accompagnano altre specie termofili come la Roverella (Quercus pubescens), l' Orniello (Fraxinus ornus), il Carpino orientale (Carpinus orientalis), l' Acero minore (Acer monspessulanum) e, più sporadicamente, l' Albero di Giuda (Cercis siliquastrum). Quest' ultima rende particolarmente piacevole la visione della lecceta nei mesi primaverili, allorquando il bosco è macchiato qua e la dall' acceso colore dei suoi fiori rosa-violacei. L' aspetto della lecceta, ad ogni modo, cambia di poco nel corso delle stagioni, poichè oltre al Leccio, sono presenti diverse specie arbustive sempreverdi come il Lentisco (Pistacia lentiscus), il Laurotino (Viburnum tinus), la Fillirea (Phillyrea latifolia), la Ginestrella comune (Osyris alba) e il raro Corbezzolo (Arbutus unedo); sempreverdi sono anche le specie suffruticose di più piccole dimensioni quali il Cisto rosso (Cistus creticus subsp. eriocephalus), il Cisto di Creta (Cistus creticus subsp. creticus), il Cisto femmina (Cistus salviifolius) e altre lianose come il Caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa), lo Smilace (Smilax aspera) e la Robbia selvatica (Rubia peregrina). Di tanto in tanto, fra la vegetazioe, si incontrano alcune piante di Olivo (Olea europaea): questi alberi non sono spontanei nella lecceta, ma testimoniano passate coltivazioni di appezzamenti di terreno, pian piano riconquistati dalla macchia. Del resto gli uliveti rappresentano la coltivazione più diffusa presente ai margini della Lecceta di Isca d' Archi, per la presenza del clima meditterraneo nella zona.
Fra gli arbusti decidui si annoverano piante quali il Terebinto (Pistacia terebinthus), la Marruca (Paliurus spina-christi), l' Agazzino (Pyracantha coccinea), e la serie di specie appartenti alla famiglia delle Fabacee, caratterizzate dai fiori gialli papilionacei, come la Colutea (Colutea arborescens), il Citiso a foglie sessili (Cytisophyllum sessilifolium), il Citiso irsuto (Chamaecytisus triflorus), la Cornetta dondolina (Hippocrepis emerus) e la Cornetta di Valenza (Coronilla valentina). Quest' ultima in particolare è piuttosto rara sul versante adriatico e in Abruzzo si trova principalmente localizzata in alcuni punti della provincia di Chieti. La bellezza nel suo portamento, il contrasto cromatico fra il verde glauco e il giallo dei fiori e, non ultimo, i suoi legumi penduli articolati, fanno della Cornetta di Valenza un arbusto molto elegante e grazioso, fra i più belli della lecceta.
Achnatherum bromoides - Lino delle fate minore
Le leguminose erbacee della Lecceta
Fra le Fabacee una delle piante più interessanti è il Citiso argenteo (Argyrolobium zanonii). Si tratta di un piccolo suffrutice che vive negli ambienti aridi, a mio parere di notevole bellezza, presente un pò in tutta Italia, anche se con distribuzione frammentata. Le foglioline, soprattutto nelle giornate particolarmente calde, si richiudono verso l’alto lasciando intravedere la densa peluria sericea della pagina inferiore, conferendo nell’insieme una colorazione argentina alla pianta, da cui il nome di Citiso argenteo. In Italia è presente con questa sola specie, ma è un genere piuttosto ricco, in massima parte distribuite nel continente Africano. Sovente, accanto al Citiso, è possibile rinvenire le piccole Ononidi: in questa lecceta le due specie più frequenti sono l' Ononide piccina (Ononis pusilla), l' Ononide a fiori brevi (Ononis viscosa subsp. breviflora) entrambe a fiori gialli e l' Ononide reclinata (Ononis reclinata) che si distingue per i fiori bianco-rosei, sembra mancare invece la rara Ononide simile all'uccellina (Ononis ornithopodioides), che ho potuto riscontrare nella non distante Lecceta di Casoli. Una pianta assai curiosa e inconfondibile, localizzata in pochi punti della lecceta, è la Vulneraria annuale (Tripodium teraphyllum), dai piccoli fiori bicolori giallo-bianchi, che spuntano da calici caratteristicamente rigonfi. Si tratta di una specie steno-mediterranea, quindi più frequente da incontrare nelle zone non lontane dalle coste.
Le labiate della Lecceta
In un clima mediterraneo come quello della lecceta, la flora erbacea annovera un gran numero di piante appartenti alla famiglia delle Labiate (o Lamiaceae), per lo più xerofile e aromatiche. Il nome generico fa riferimento alla particolare fora dei loro fiori bilabiati, ossia disposti come due labbra di una bocca più o meno aperta. I tre petali inferiori fungono da piano di appoggio per gli insetti pronubi che vanno alla ricerca del nettare all' interno del tubo corollino di forma cilindrica; così facendo vanno a sfiorare col dorso i due petali superiori conformati a cupola o falce e sotto cui si celano gli organi riproduttivi, favorendo l'impollinazione. Talora il labbro superiore ha un aspetto molto ridotto, tanto che il fiore ne appare privo, come accade ai generi Teucrium e Ajuga.
Da segnalare la presenza del Rosmarino (Rosmarinus officinalis), spontaneizzato in diverse zone sui colli di Archi, ai margini della lecceta.
Le piante sul versante Occidentale
Il versante occidentale di Monte Pallano, in un territorio che interessa i comuni di Archi, Bomba e Colledimezzo, è caratterizzato da boschi per lo più termofili di Roverelle o Lecci; la vegetazione che si riscontra è differente rispetto a quella del versante Est, maggiormente esposta alle correnti orientali fredde dei mesi invernali. Per questo motivo diverse specie di vegetali che crescono nel territorio citato sono mancanti o presenti in modo molto più sporadico nel versante orientale. E' il caso della Viperina comune (Onosma echioides), una pianta anfiadriatica, ossia con una distribuzione che comprende le sponde opposte del Mar Adriatico; si tratta di un suffrutice dotato di una lunga radice legnosa, con cui attecchisce nelle fessure delle pareti rocciose calde ed assolate, soprattutto su rocce calcaree. Fra i tanti nomi volgari, con cui viene indicata questa borraginacea, personalmente preferisco la Goccia d’oro, che meglio rispecchia il colore giallo dei fiori e la sua elegante bellezza.
Notevole importanza riveste la presenza della Ginestra genovese (Genista januensis), in quanto rara per la regione, e localizzata nel territorio di Colledimezzo, sulle rupi che discendono dal Colle Butino. Anche la Ginestra genovese è un suffrutice transadriatico, appartenente alla famigia delle fabacee e che si caratterizza per i suoi fusti dalla sezione triangolare; questo aspetto la differenzia dalla più comune Ginestrella (Genista tinctoria), che invece ha fusti irregolarmente angolosi. La Ginestra genovese è presente anche, sempre con sporadici individui, in alcune radure su Monte Pallano e sui calanchi di Tornareccio.
Abbarbicata sulle rocce di un costone calcareo sottostante il paese di Colledimezzo, crescono pochi individui della Campanula di Cavolini (Campanula fragilis subsp. cavolinii), un prezioso endemismo del centro Italia (Lazio, Abruzzo, Molise e Campania); nonostante le pochissime piante presenti si possono ugualmente osservare le due forme di crescita con foglie e fusti ricoperti di peli oppure completamente glabre, considerate dal Tenore (celebre botanico napoletano di origini abruzzesi) rispettivamente come varietà "hirta" e var. "glabra", riferite ad esemplari da lui osservati sulla Majella.
A poca distanza, sui margini dei campi di uliveti che degradano verso il Lago di Bomba una specie di Aglio del tutto particolare e inconfondibile fa la sua comparsa nei mesi invernali, per fiorire già in Febbraio: si tratta dell' Aglio minuscolo (Allium chamaemoly), una bulbosa caratterizzata da foglie piane appressate al suolo e un infiorescenza di piccoli fiori bianchi, avvolti alla base da una breve spata. E' comunque una specie non facile da osservare, sia per il suo periodo di crescita, che per le sue piccole dimensioni, ma anche per la sua rarità.
Testo
Scrophularia peregrina - Scrofularia annuale
Anacamptis papilionacea - Orchide a farfalla