L' insolita Faggeta di Monte Pallano
I faggi sono gli indiscussi dominatori delle foreste montane abruzzesi, dove formano magnifici boschi su suoli freschi e profondi, in un clima temperato-fresco e con intertervallo altitudinale ottimale che va dai 1000 metri ai 1700 metri (a questa latitudine). Nessuna meraviglia quindi l'inoltrarsi in una delle tante faggete abruzzesi, ma non ci si aspetterebbe di ritrovare questo tipo di bosco in una zona con un clima submediterraneo come quello di Monte Pallano e ad una quota di 800 mt, ben al di sotto del limite inferiore di crescita per questa cenosi forestale. Tanto più che, a pochissimi chilometri di distanza, vegeta rigogliosa la Lecceta di Isca d' Archi. In questo caso si parla di popolamento extrazonale, ossia un tipo di vegetazione naturale che cresce in contesto macroclimatico diverso dalla regione biogeografica tipo. Si può pensare alla Faggeta di Monte Pallano come un bosco residuale di un nucleo forestale in passato molto più esteso, ma che per mutate condizioni ambientali è stato soppiantato da specie arboree più xerofile, mentre gli attuali faggi sono rimasti relegati in una zona microclimatica che ne consente ancora la crescita. Del resto i boschi sono degli ambienti complessi in continua evoluzione, con una moltitudine di fattori che determinano il variare delle successioni ecologiche, compreso il cambiamento delle condizioni climatiche.
I popolamenti extrazonali sono in genere di limitate estensioni, come nel caso di questa faggeta, ma contribuisco in modo notevole ad aumentare la biodiversità animale e vegetale. Infatti nel bosco si possono incontrare specie presenti spesso nelle faggete come la Scilla silvestre (Scilla bifolia), il Bucaneve (Galanthus nivalis), il Sigillo di Salomone (Polygonatum multiflorum), la Pulmonaria (Pulmonaria picta), la Colombina cava (Corydalis cava), la Stellina odorosa (Galium odoratum) e la Stellina crociata (Asperula taurina). Molte di queste specie hanno una fioritura precoce primaverile, approfittano in questo modo della maggiore disponibilità di luce che filtra tra i rami di faggio, ancora privi di foglie: questi alberi infatti hanno una disposizione delle foglie che riesce a catturare gran parte della radiazione luminosa solare, rendendo il sottobosco particolarmente buio e povero di specie arbustive.